giovedì 11 dicembre 2008

Prima o poi poteva succedere

Con i passeggini e gli aerei funziona così: o lo spedisci, augurandoti che arrivi, oppure ti fai appiccicare l’adesivo con il codice identificativo e lo consegni sottobordo prima dell’imbarco. All’arrivo te lo restituiscono sul nastro con gli altri bagagli oppure da una porta apposta per i bagagli fuori misura. Atterrati a Stoccarda abbiamo atteso invano alla consegna bagagli, con il nastro che girava ormai vuoto da alcuni minuti, e poi rassegnati siamo usciti alla ricerca del passeggino per trovarlo, rintanato in un altro stanzone e...rotto. Molto dopo avremmo capito che era solo uscito un perno, ma all’inizio l’immagine del passeggino ripiegato su se stesso, inservibile, le due valigie, lo zaino, la borsa e 7 Kg di figliolo da trasportare, ci hanno decisamente provati. Io ho reagito accartocciandomi nel mutismo di chi medita vendette atroci, Simo pilotandoci verso l’ufficio denunce. L’impiegata di turno per fortuna era la versione femminile del Sig. Malaussène, continuava a dire che avevamo ragione, che era una bella scocciatura, che era una pratica da sbrigare urgentemente perché noi, ovviamente, avevamo necessità immediata del passeggino. E lì la scena madre, con Simo che dichiara “sa, costa anche tanti soldi”, e lei “bah, non esageriamo ora”. Al che la piccola fiammiferaia che è in lui dichiara “non so per lei, ma per me quei soldi sono molto”. Lì ho capito che dovevo uscire dal mutismo e prendere in mano la situazione: al momento abbiamo sporto denuncia, abbiamo spedito tutti i fogli alla compagnia aerea, e attendiamo risposte. Il passeggino, rabberciato, funziona. Vi farò sapere.

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